Qualche riflessione in
margine dell’iniziativa “Libriamoci” alla
quale abbiamo partecipato con tutte le nostre scuole primarie e secondarie. Il
dettaglio lo troverete sul nostro profilo
Facebook. Ci è sembrato importante sfruttare quest’occasione perché il tema
della lettura costituisce uno degli assi portanti del nostro Piano dell’Offerta
Formativa: abbiamo delle bellissime e fornitissime biblioteche curate
amorevolmente dai docenti, biblioteche che sono pensate per essere un luogo in
cui sperimentare davvero il piacere della lettura.
Vorrei iniziare le mie
riflessioni da un articolo di Rosa Tiziana Bruno, comparso sulla rivista on-line
Education 2.0. L’articolo, dal
titolo “Pane
e libri: il progresso viene dalla lettura” è significativo perché compare
su di una rivista che si occupa prevalentemente di metodologie didattiche
innovative e di nuove tecnologie. Il tema di fondo dell’articolo è che la
lettura è un’ottima ginnastica del cervello. Mi si consenta una lunga
citazione:
“Da
sempre si discute dei grandi benefici della lettura, ma è davvero
indispensabile leggere? In
fondo, diciamolo, nessuno è mai morto per mancanza di lettura anche perché i
libri non si mangiano. Si vive benissimo senza, al massimo, per curiosità, si
può provare a sfogliare un romanzo di tanto in tanto. Uno all’anno è più che
sufficiente. Meglio sviluppare abilità digitali, dedicarsi all’apprendimento di
un mestiere, spendere tempo a imparare cose pratiche e concrete.
È
così che sembrano pensarla gli Italiani, da quanto ci rivelano le statistiche.
Siamo un popolo che legge pochissimo. Eppure, voci autorevoli sostengono che la
lettura sia un’attività fondamentale per crescere e per affermarsi nella vita.
[…]
gli studiosi di neuroscienze ribadiscono: Niente lettura, niente successo.
A
loro si uniscono gli esperti di marketing, i biologi, gli psicologi, i
pediatri, i sociologi. Insomma, dal mondo accademico sembra sollevarsi una voce
unanime: leggere fa bene. Qualcuno propone
perfino che la lettura diventi una vera e propria disciplina da approfondire
tra i banchi di scuola. Si sta esagerando?
Per
capirlo proviamo a scoprire cosa succede alla nostra mente e alla nostra
personalità quando leggiamo. Pare
che durante la lettura il cervello si concentri per 500 millisecondi su ogni
parola, al fine di recuperare il nostro sapere relativo a quel termine. Un
impulso raggiunge la corteccia e attiva tantissimi neuroni. In pratica le
parole sono come gli oggetti, però mentre un oggetto viene percepito nella sua
entità, le parole vengono invece elaborate come simboli collegati a un’idea. Ma
non è tutto: in pochi millisecondi la parola viene valutata anche sul piano
emotivo. L’emozione contribuisce a stimolare i processi di comprensione e
questo spiega le ragioni per cui un romanzo, una fiaba, un racconto, hanno una
resa potente sulla percezione.
Chi legge elabora interpretazioni e prova emozioni connesse a quel che legge e
la lettura diventa ginnastica per il cervello, in grado di accrescerne la
potenza. Inoltre, leggendo conosciamo anche le aspettative di progresso
dell’umanità e la lettura diventa, così, l’esperienza determinante per la
formazione della civiltà e per la conoscenza della realtà sociale.
Recentemente,
i neurobiologi dell’Università di Stanford hanno accertato che leggere migliora
lo sviluppo cognitivo. Al contempo, il neuroscienziato Gregory Berns ha
dimostrato che la lettura provoca effetti duraturi nelle regioni del cervello
responsabili del linguaggio, della creatività e delle rappresentazioni
sensoriali. Una buona lettura, dunque, non solo riesce a stimolare il pensiero,
ma può indurre perfino cambiamenti biologici positivi.
Gli
studiosi però avvertono: i cambiamenti non avvengano semplicemente leggendo i
libri, tutto dipende da come si legge. La lettura disordinata, ad esempio,
carica il cervello d’informazioni difficili da codificare. Solo il saper leggere influisce
sulla reattività del cervello.
Bisogna
dunque imparare a leggere in modo corretto per trarne utilità, altrimenti si
rischia di diventare più simili a una macchina che ad un essere Umano, come ripeteva Garcìa Lorca. Appare
evidente che se per tutti noi è necessario mangiare, è altrettanto
indispensabile leggere.”